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images              La Ne’   

Sti’  jorni, con tutta sta’ ne’ ade’ la festa de li vardasci e de li frichì.
Ade’ tutti contenti  perché gnisciuna  va a la scola.


Tutti vole ji de fori a jocà con la ne’, a fa a palloccate e a fa li pupazzi.


A  postu de lu naso je ce mette ‘na carota; a postu de li bracci je ce mette  du vastu’, l’occhi e li vuttù de la cappottella li fa co li tappi de le vuttijie, je mette na sciarpa vecchia su lu collu e un cappellacciu su la testa. Ecco fatto, lu pupazzu de ne’ ade’ prontu.


Vesogna stacce attenti, però, a   jocà con la ne’.


Gna mettese li scarpu co lu cararmatu perché c’è piriculu de sbisciasse e de sbatte lu culu per terra.
Se ppo unu ade’ proprio sfurtunatu, se se casca, c’è piriculu de roppose pure quarghe ossu. Quanno è friddo, infatti, l’osse ade’ più dilicate e se po’ roppe.


Pe no gnacciasse troppo  gna  mettese un bellu giacchetto’ co lu cappucciu.
Ce vole pure un paru de guanti,  senno’ le dete se po’ jaccià e l’ogne diventà nere come lo carbo’ e dolé come un gorbu.
Vesogna mettese  lu  cappellu  pe cuprì le recchie e pe non falle diventà roscie come la vrascia dentro  lu camì.


Pe sta più tranquilli ce vuria  na vella sciarba pe cuprì un po’ la faccia,  senno’ l’aria jaccia te fa scolà lu nasu come na cannella e lu mocciulu te se va ppiccichenno dapertutto.


Certo, la ne' po esse pericolosa ma....

non c’è gnente  da dì e non c’è gnente da fa’,
pe’ li  vardasci e li frichì , ade’ la cosa più vella che ce sta !

 

Febbraio 2012                         (da nonno Giovanni  al  suo nipotino Alessandro affascinato dal dialetto )

 

 

Fantasia medioevale di una ragazza moderna            medioevo                                                            

Sono un contadino ed abito nelle Marche, una fiorente regione nel cuore della penisola italiana, con la mia famiglia, e vi voglio raccontare come sono diventato un eroe per la mia città.

Mi ricordo che diverso tempo fa, per lavoro, sono dovuto sbarcare a Palermo, in Sicilia, lontano da mia moglie e dai miei quattro figli.

Ogni tanto per comunicare con loro dovevo convincere il Re a fare scrivere all’amanuense di Corte una lettera alla mia famiglia, dato che io non so né leggere né scrivere.

Il Re siccome era arrogante e pensava solo a se stesso, la maggior parte delle volte non acconsentiva.

Tutti i giorni dalle cinque del mattino fino all’una di notte stavo sempre a coltivare le terre e facevo solo una piccola pausa di circa dieci minuti. Le terre del mio padrone erano molto vaste e davano molti frutti. Le mie giornate erano sempre uguali e monotone solo che, un giorno . . .

. . . mi ero appena alzato ed ero andato a prendere i miei attrezzi da lavoro. Stavo andando a salutare dei miei amici perché sarei ritornato a casa, in quanto mia moglie mi aveva trovato un lavoro nella nostra città.

Però loro mi dissero che la popolazione degli angioini aveva portato la capitale a Napoli e stava invadendo anche la Sicilia.

Così avevo deciso di riunire tutti i contadini e ci siamo schierati contro le truppe francesi. Tutta la popolazione siciliana si era ribellata, ma non potevamo resistere a lungo. Per fortuna alcuni bravi imperatori e feudatari ci hanno aiutato. La guerra fu brutta e sanguinosa, durò per circa vent’anni e alla fine l’Italia con la pace di Caltabellotta, venne divisa, con la capitale a Napoli.

Sono riuscito a sopravvivere anche se sono rimasto ferito più volte e una freccia mi ha cavato un occhio, ma questo è il brutto della guerra.

Molti miei amici sono morti, altri invece sono stati codardi e sono scappati di fronte al pericolo.

Poco tempo dopo l’Imperatore che aveva guidato la rivolta mi disse che voleva premiarmi per il mio coraggio e il mio aiuto posto durante la battaglia e io potevo chiedergli qualsiasi cosa. Io dissi che l’unica cosa che volevo ora era di tornare a casa da mia moglie e dai miei figli.

Finalmente, dopo avere salutato i miei amici sono partito con la nave. Ho navigato sullo stretto di Messina e sono sbarcato in Calabria e da lì ho percorso l’Italia con una carrozza, trainata da quattro splendidi cavalli regalatimi dal sovrano, e sono giunto nelle Marche. Sono arrivato nella mia città natale, Tolentino, dove la mia famiglia mi ha accolto a braccia aperte.

I miei figli mi sembravano piccoli come prima, ma non erano i miei figli, ma i miei nipotini! Infatti quando sono arrivato ho trovato una magnifica sorpresa, tutti i miei figli si erano sposati con delle fanciulle bellissime. Mia moglie era sempre stupenda come nei mie ricordi, solo che aveva qualche ruga sul viso.

Tutte le persone della mia città hanno parlato di me come un eroe perché avevo combattuto valorosamente per la libertà e mi hanno portato in trionfo.

Maggio 2012

  Sara Silvetti

                                          (Classe  1^ A   Scuola Media Lucatelli - Tolentino)

 

 

 

Se un seme cade in terreno fertile produce  buoni frutti !!!

valentina 2

valentina

disegno valentina 1

 

 

 

 


quando una mamma donatrice trasmette, alla propria bambina,

il chiaro concetto della solidarietà.......

questi sono i risutati.   Grazie all'artista Valentina (10 anni) ed alla sua mamma Catia

 

 

 

 

gocce di poesia

 

O avisostenitore, o anonimo donatore ,

o piccola donna che compi un gran gesto d’amore,

o piccolo uomo che stendi il braccio come un gran tenore,

o sostenitore che aiuti a trasfusionare sangue d’amore.

 

Caro donatore , il tuo plasma giallo, il tuo sangue rosso,

dà guarigione a chi gli è caduto il mondo addosso,

dà forza e salute a chi ha davvero bisogno,

è vera realtà, un aiuto concreto non è una promessa , un sogno.

 

Dona sempre, dona ancora, dona di più,

ogni volta che doni, il tuo sangue si colora di blù,

blù come sangue reale , diventi davvero Re-Regina ed ancor di più,

il tuo gesto sincero e leale, ti avvicina, ti unisce, ti plasma al buon Gesù.

 

Anonimo tu resterai,

a chi il tuo sangue donerai,

ma sempre ti sarà riconoscente ,

chi non ti conosce per niente.

 

Il tuo gesto di bontà,

cancella ed elimina qualunque tua superficialità,

il tuo gesto di generosità,

ti proietta nella galassia dell’eternità.

 

Dona il tuo stare in salute, amico Donatore,

Dona il tuo sorriso, amico Collaboratore ,

Dona tempo, entusiasmo e sangue,

a chi in ospedale aspetta, soffre e piange.

 

Paolo Mancioli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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